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Sicurezza, finalmente grazie a un emendamento UDIR modificato il Testo Unico
Adesso maggiori tutele

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 17 dicembre 2021 n. 215 conversione del Decreto Legge n.146/2021 che recepisce un emendamento sulla sicurezza “Modifica del testo unico 81/2008” suggerito da UDIR e proposto dal Senatore Iannone che sgrava i dirigenti scolastici dalle responsabilità penali, civili e amministrative in merito alla sicurezza degli edifici scolastici di proprietà degli enti locali.

Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato UDIR, ha espresso soddisfazione per quanto ottenuto, ha affermato che “finalmente è stata fatta chiarezza sulla gestione in sicurezza delle scuole. Una chiarezza che il sindacato dei dirigenti scolastici UDIR ha chiesto sin dalla sua fondazione cinque anni fa”.
Ricordando l’operato del sindacato che tutela i dirigenti scolastici, Pacifico ha aggiunto che “sono stati organizzati negli anni moltissimi convegni e manifestazioni importanti dove sono stati messi al centro il tema della sicurezza e il tema della responsabilità dei dirigenti scolastici”.
“Finalmente grazie all’emendamento approvato oggi diventato Legge si fa chiarezza sul Testo Unico. Un testo di 13 anni fa che dettava norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, dimenticando le peculiarità della scuola, dove il dirigente è di fatto un datore di lavoro ma non ha potere di spesa sugli interventi”.
“La modifica dell’Articolo 18 del Testo Unico 81/08 – ha aggiunto Pacifico – finalmente fa chiarezza perché dice che il dirigente scolastico è esonerato dalle responsabilità civili, amministrative e penali se ha rispettato tutto quanto in suo potere per mettere in sicurezza gli edifici. C’è quindi una maggiore attenzione da parte dei proprietari degli immobili, che sono responsabili del piano di valutazione dei rischi e che demandano al dirigente scolastico la possibilità di interdire se ritiene che non siano rispettate le norme sulla sicurezza. Un testo dunque molto importante ottenuto per tutti i dirigenti scolastici da UDIR, il giovane sindacato della categoria, che in pochi anni è riuscito a ottenere un risultato da sempre perseguito dai dirigenti scolastici, cioè il rispetto e la tutela del loro lavoro”, ha concluso Marcello Pacifico.
Il tema verrà affrontato in UDIR  il 22 dicembre, dalle ore 16 (info www.udir.it).
Scarica il testo approvato.


ISTRUZIONE – Sicurezza, i lavoratori della scuola temono di essere contagiati, UDIR: necessaria maggiore tutela, servono più spazi

 

È altissima infatti la percentuale di lavoratori della scuola che hanno paura di essere contagiati. Di recente Udir ha commentato le parole del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, alla Camera che ha assicurato, non molti giorni fa, l’esiguo numero di docenti e studenti in quarantena

Marcello Pacifico (Udir): “Bisogna ricalibrare la distribuzione e la composizione delle aule per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus. Il fine sarebbe quello di recuperare almeno 400 sedi di scuole autonome, sono necessari più spazi”

 

Come riporta anche la stampa specializzata, “non bastano i numeri elevati di vaccinati fra il personale scolastico, che ha superato ormai il 90%. E nemmeno l’aumento settimanale di immunizzazioni degli studenti, almeno la fascia 12-19 anni”. Sono ancora molti i lavoratori della scuola che temono di contrarre il Covid a scuola.
È altissima infatti la percentuale di docenti che hanno paura di essere contagiati e la questione non spaventa certamente meno i dirigenti scolastici che hanno responsabilità enormi, soprattutto in questo delicato momento storico. Di recente Udir ha commentato le parole del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, alla Camera che ha assicurato, non molti giorni fa, l’esiguo numero di docenti e studenti in quarantena.
Il sindacato ribadisce che “la via più giusta da seguire sarebbe quella di contenere la diffusione del virus attraverso il giusto distanziamento sociale, da rendere possibile con l’eliminazione delle classi pollaio”. Marcello Pacifico, presidente Udir, a tal riguardo ha affermato che “bisogna intervenire sulle classi pollaio. Bisogna ancora ricalibrare la distribuzione e la composizione delle aule per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus. Come Udir abbiamo presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte. Il fine sarebbe quello di recuperare almeno 400 sedi di scuole autonome. Bisogna pensare che a oggi abbiamo 8mila scuole autonome per 42mila plessi, 12 anni fa erano più di 12mila”.


SCUOLA – Ocse, Italia dà alla scuola molto meno degli altri Paesi. UDIR: dirigenti scolastici malpagati e costretti a fare l’impossibile

 

Gli investimenti statali per la scuola sono ancora molto al di sotto delle media Ocse, gli abbandoni scolastici troppo al di sopra della soglia del 10%, gli stipendi del personale lontanissimi da quelli dei colleghi d’oltre frontiera. Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Ocse Education at a Glance 2021, pubblicato in queste ore.
“Si tratta di numeri preoccupanti – dichiara Marcello Pacifico, presidente UDIR – che ci confermano quanto gli investimenti in Italia siano al di sotto di quelli dei tanti Paesi che gravitano nell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Essere ancora tra coloro che spendono meno per l’Istruzione è una situazione di base, secondaria e universitaria, è una condizione che ci addolora. Significa che i Governi non sono in grado di sganciarsi dalla logica che associa la spesa per formare i propri cittadini come un costo e non come un investimento. A subire le conseguenze di questa inerzia finanziaria sono sicuramente gli studenti, le scuole e chi le dirige, costretto a mille acrobazie per realizzare anche l’impossibile: anche perché sono chiamati a gestire contesti, come quello dell’edilizia scolastica, di cui sono diretti responsabili senza avere a disposizione la gestione economica. Come dei ministri senza portafoglio, però pagati poco più degli impiegati”.

Lo studio internazionale parla chiaro: l’Italia si è collocata tra i dieci Paesi dell’OCSE ad aver speso la percentuale più bassa del PIL per gli istituti di istruzione da primaria a terziaria. Nel 2018 ha speso il 4,1% del PIL per gli istituti di istruzione da primaria a terziaria, cifra pari a 0,8 punti percentuali in meno rispetto alla media Ose: quella investita per l’Istruzione nel nostro Paese è una quota inferiore del PIL rispetto alla media OCSE a livello sia terziario che non terziario. Inoltre in Italia, la quota della spesa in conto capitale sulla spesa totale per gli istituti di istruzione è inferiore alla media OCSE ai livelli da primario a terziario.

L’Ocse ha rilevato, in particolare, che a livello primario, secondario e postsecondario non terziario, la quota in conto capitale rappresenta l’1 % della spesa totale per gli istituti di istruzione, pari a 7 punti percentuali sotto la media OCSE (8 %). A livello terziario, questa quota rappresenta il 9 %, cifra leggermente inferiore alla media dei Paesi OCSE pari all’11 %. Il dato del periodo di convivenza con il Covid è invece in controtendenza: in particolare, relativamente agli esercizi finanziari 2020 e 2021, l’Italia ha registrato un aumento di bilancio a favore dell’istruzione primaria e secondaria di primo grado. La speranza è che si sia voltata pagina una volta per tutte, anche se il gap da colmare rimane decisamente ampio.


DIRIGENTI SCOLASTICI – Sicurezza, Pacifico (UDIR): “Eliminiamo le classi pollaio” 

Marcello Pacifico (UDIR): “Necessario intervenire su quelle classi pollaio di cui si è parlato molto negli ultimi due anni ma si è fatto ben poco se non nulla. Soprattutto in tempo di Covid-19 non si può più soprassedere.  Bisogna rivedere e ricalibrare la distribuzione e la composizione delle classi per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus. Come Udir abbiamo presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte, come per esempio quella di consentire alle scuole con più di 300 alunni, in zone montane o isolate, o con 500 alunni in condizioni normali, e non più 600, l’attribuzione di un dirigente scolastico e dunque di una sede autonoma. Il fine sarebbe quello di recuperare almeno 400 sedi di scuole autonome. Bisogna pensare che a oggi abbiamo 8mila scuole autonome per 42mila plessi, 12 anni fa erano più di 12mila”.


SCUOLA – Record classi pollaio, oltre 40 alunni in aula. Pacifico (UDIR):
“Bisogna eliminare il fenomeno sia per la sicurezza che per migliorare gli apprendimenti” 

 

Nuovo record italiano in una scuola superiore di Velletri con 42 alunni in una classe. Il dirigente scolastico della scuola è intervenuto su La Repubblica segnalando che ha chiesto di sdoppiare le sue due classi più appesantite, ma l’Ufficio scolastico regionale ha risposto che non è possibile poiché non ci sono abbastanza professori. Marcello Pacifico (Udir): “Risulta necessario intervenire su quelle classi pollaio di cui si è parlato molto negli ultimi due anni ma si è fatto poco; il caso di Velletri ci ribadisce che le classi con 42 alunni ci sono anche oggi in tempo di Covid-19 e non possiamo più soprassedere.  Bisogna rivedere e ricalibrare la distribuzione e la composizione delle classi per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus”.

È di oggi la notizia, riportata anche da Orizzonte scuola, del nuovo record italiano in una scuola superiore di Velletri con 42 alunni in una classe. Tutto ciò accade mentre per il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi “il fenomeno delle classi pollaio è circoscritto, con solo il 2,9% nelle grandi periferie urbane e nelle scuole superiori”. Il dirigente scolastico della scuola di Velletri è intervenuto su La Repubblica segnalando che ha chiesto di sdoppiare le sue due classi più appesantite, ma l’Ufficio scolastico regionale ha risposto che non è possibile poiché “non ci sono abbastanza professori”. Alla successiva domanda del dirigente su come fare dunque “ad avviare le lezioni con tutti questi ragazzi in aula” la nuova risposta dell’Usr è stata quella di dover “rifiutare le iscrizioni ai nuovi studenti causa sovraffollamento”.

Sull’argomento è intervenuto Marcello Pacifico, presidente nazionale UDIR, segnalando “come il giovane sindacato che tutela i dirigenti scolastici abbia presentato molte proposte di modifica e alcune di queste sono state accolte come per esempio quella di consentire alle scuole con più di 300 alunni, in zone montane o isolate, o con 500 alunni in condizioni normali, e non più 600, l’attribuzione di un dirigente scolastico e dunque di una sede autonoma. Il fine sarebbe quello di recuperare almeno 400 sedi di scuole autonome. Bisogna pensare che a oggi abbiamo 8mila scuole autonome per 42mila plessi, 12 anni fa erano più di 12mila”.

Inoltre ha affermato Pacifico che “si può parlare di un’apertura delle scuole in sicurezza proprio a partire da una regolamentazione del dimensionamento scolastico selvaggio che è avvenuto negli ultimi anni per questioni di bilancio. È evidente che un dirigente scolastico si trova in difficoltà ad amministrare scuole con più di mille o 2mila alunni. Risulta necessario intervenire su quelle classi pollaio di cui si è parlato molto negli ultimi due anni ma si è fatto poco; il caso di Velletri ci ribadisce che le classi con 42 alunni ci sono anche oggi in tempo di Covid-19 e non possiamo più soprassedere.  Bisogna rivedere e ricalibrare la distribuzione e la composizione delle classi per rendere possibile il distanziamento sociale ed evitare di conseguenza la diffusione del virus”.


DIRIGENTI SCOLASTICI – Il ministro Bianchi parla di rinnovo contratto e reclutamento anche dei dirigenti

UDIR ribadisce la necessità di realizzare la perequazione interna con l’attribuzione della RIA a tutti i presidi neo-assunti dopo il 2001, la perequazione esterna rispetto alla dirigenza delle altre aree della pubblica amministrazione a partire da quell’area dell’istruzione e della ricerca, dal recupero del FUN tagliato per pagare il giusto salario accessorio, dall’attribuzione di tutte le sedi di presidenza tagliate negli ultimo dieci anni – 4 mila – e delle 400 non attivate quest’anno, fino a soluzioni che permettano l’assunzione di tutti gli idonei, grazie alle nostre proposte avanzate in passato.